Le Zuppe e le Verdure (clicca sul plusante "avanti" per vedere tutti i piatti)




indietro avanti


INGREDIENTI
  • Friarielli di Afragola
  • Olio di oliva
  • Sale
  • Peperoncino
‘A guagliona, era na’ rapa.
Nun teneva proprio capa;
quanno jeva dint’a scola
nun capeva ‘na parola.

“Quanto soffro, nun se sape
(s’a chiagneva, ‘a cim’e rape).
E’campà nun me ne firo..
Sa che faccio? I’ mò m’acciro!”

Ditto nfatto, ‘a copp’o scuoglio
se menaje pe dint’all’uoglio.
Ma chest’uoglio era vullente.
Che dulore, che turmiente!

“E mò sì, ca songo fritte!”
“Vrucculè, stateve zitte!
Ora site assai chiù belle:
diventaste friarielle!”
Sua Eccellenza il Friariello

Ovvero le cime di rape. Dove per “cime” s’intendono gli ammassi fiorali, le infiorescenze non ancora aperte, delle rape. In una parola, i  broccoletti. In Italia, a questo alimento s’interessavano in tanti (specie al Sud, terra di poveracci): chi li lessava, chi li cuoceva. I Toscani le chiamavano affettuosamente “rapini”, i baresi li cucinavano con le orecchiette. Questa abitudini sono vive ancora oggi, in quelle terre.  
A Napoli no. A Napoli, le cime di rapa prima si lavano, e poi, tutte bagnate, si gettano nell’olio. Con il loro sacrificio danno vita ad uno dei piatti più creativi della cucina partenopea: i friarielli. Le cime di rapa cotte nell’olio.
Raccolte, “ammonnate”, e lavate, le cime di rapa vengono invitate ad immergersi nell’olio ben caldo, dove avranno l’onore di  diventare friarielli. Mai bollirle prima! Gran parte del sapore volerebbe via. Nella padella, insieme all’olio, c’è già in attesa l’aglio. A cottura quasi ultimata,  si può (si deve!) scoprire, si aggiunge il sale e il peperoncino.
Eccoli qua, i friarielli. Finalmente sono nati. Ma da come si muovono nella padella, si comprende che si sentono orfani. Si voltano e si girano, fino a che non vengono portati dalla loro mamma: la salsiccia. Di maiale, ovviamente.
I friarielli senza salsicce  sono come Stanlio senza Ollio.
friarielli sono coltivati prevalentemente nelle aree interne della Campania, soprattutto nell'afragolese.
Una volta erano coltivati anche nel capoluogo, in particolare sul Vomero, che era infatti noto come "'a cullina d' 'e friarielle".



Copyright 2005 - 2015 by Chef Guido C.F.: PLLGDU55P04F839Z
Tel. +39 338.7612761 - chef.guido - chefguido@chefguido.it